mercoledì 27 aprile 2011

Il rifugio in tempi di crisi

Abbiamo sempre sentito, chi più chi meno, che durante i periodi di incertezza finanziaria, la tendenza generale è quella di investire nei settori così detti "sicuri" e quando l'italiano medio pensa a qualcosa del genere pensa subito al mattone. Seguendo questa logica oggi il settore edilizio dovrebbe andare a gonfie vele, eppure non è così, anzi si verifica l'esatto contrario. L'edilizia privata oggi è forse più in crisi degli altri settori e tutti, geologi compresi (vedi il post "Lo stato della nazione"), vedono come unica via di salvezza i finanziamenti pubblici provenienti sia dallo stato italiano che dall'europa (perchè sempre di soldi pubblici si tratta, l'unica differenza sta nel numero maggiore dei contribuenti). Nel settore si auspica, come unica via di uscita, la diffusione del project financing, parolone inglese che fa molta impressione ma che significa semplicemente far realizzare completamente ad un privato delle opere pubbliche, includendoci anche l'impegno di capitale, per poi "gentilmente" concedergli la gestione dell'opera. I momenti di crisi dovrebbero stimolare la creatività e


"selezionare" in un certo senso le aziende solide e amministrate con intelligenza da quelle un po più improvvisate (che falliscono) ed è quantomeno interessante che si pensi sempre e soltanto ad un intervento pubblico dato che questa "soluzione" non farebbe altro che aggravare la situazione. L'edilizia è in crisi perchè la domanda è in crisi, cioè la gente non compra più le case, e come mai? La risposta è ovvia a tutti: perchè non ha soldi da spendere e quei pochi che ha sono spesi pensandoci molte volte. Dal punto di vista dei professionisti e delle imprese si ha un aumento della concorrenza e purtroppo una guerra dei prezzi (al ribasso) sempre più aspra, ovvio che per sopravvivere ognuno deve trovare una soluzione personale e creativa per sottrarsi a questo circolo vizioso che danneggia tutti: squalifica il lavoro dei professionisti e soprattutto i clienti dato che un lavoro se è pagato meno sarà certamente di qualità scarsa, in conclusione: tutti a spremersi le meningi!
(immagine tratta dal sito http://unicons.wordpress.com)

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